giovedì 15 dicembre 2011

IAN E LA LISTA DEGLI ESTINTI

Un sempre più appassionato IAN SOMERHALDER scrive un articolo per l'Hoff Post: la sua speranza è quella di smuovere le masse (visto il gran numero di sostenitori del suo lavoro di attore) per far capire che il pianeta su cui viviamo si sta pian piano spegnendo. E tocca a noi, a tutti noi, fare qualcosa per salvarlo. Leggiamo insieme le sue parole...
La lista degli estinti: a chi toccherà nel 2012? Di Ian Somerhalder

Come molti di noi già sanno, nel 2011 c’è stato il devastante annuncio dell’estinzione del rinoceronte nero occidentale, una delle specie più preziose dell’Africa. Questo nuovo membro del Club degli Estinti ha una domanda da fare: “a chi toccherà nel 2012?”. E, cosa ancora più importante, “come possiamo fermare il rapido allungamento della lista degli estinti?”.
Elefanti, tigri, rinoceronti, primati e tartarughe marine sono tutti candidati per la lista, ma il Congresso ha adesso il potere di fermare tutto questo. The House of Representative sta adesso vagliando una legge che autorizzi nuovamente i fondi per proteggere tutte queste specie – dovrebbe essere una cosa semplice visto che questa legge ha ricevuto un supporto da entrambe le parti politiche nel corso degli ultimi 14 anni.

Il U.S. Fish and Wildlife Service's Multinational Species Conservation Funds – conosciuto come Congresso HR50 – sarebbe vitale non solo per queste specie, ma anche per i commerci, la politica e la sicurezza nazionale. Manterrebbe gli habitat naturali in Asia Sudorientale, Africa e America Latina, migliorerebbe le economie e fermerebbe i cacciatori di pelli e avorio. Ma i benefici andrebbero molto oltre.
Le tigri, gli elefanti asiatici e altre specie vivono in paesi che hanno importanti implicazioni economiche e di sicurezza nazionale per gli Usa. Gli sforzi per conservare le risorse naturali in paesi come Vietnam, India e Indonesia, avrebbero delle conseguenze positive in ambito finanziario perché ci sarebbero nuovi lavori, una maggiore mobilità economica e si eviterebbe il traffico illegale internazionale.
Inoltre il tema della protezione di questi animali è un terreno sul quale gli Usa possono rapportarsi ad altri stati. Eliminare questi fondi significherebbe eliminare anche questo dialogo e danneggiare rapporti diplomatici creati per la stipula di questi patti.

A parte le questioni di sicurezza nazionale e conservazione delle specie, questi programmi costano poco. Per esempio solo 1.9 milioni di dollari all’anno è necessaria per il fondo per la conservazione dell’elefante asiatico. Inoltre per ogni dollaro speso fra il 2006 e il 2010 dal governo Usa, due dollari sono stati ottenuti tramite donatori privati o internazionali. Eliminare il programma completamente porterebbe al risparmio di solo 19 milioni di dollari per i prossimi dieci anni, che sono una goccia nel deserto se paragonati al debito nazionale americano di 15 trilioni di dollari.
Ancora, a giugno sono stato a Trinidad e Tobago e ho visto come proteggere anche solo una specie inneschi un effetto domino positivo per altre centinaia di specie, tra cui l’uomo. Basti pensare che l’estinzione della tartaruga marina avrebbe conseguenze anche sulla dieta degli umani.

Tornato negli Usa, ho testimoniato davanti alla House Natural Resources Subcommittee, insieme al vice presidente per la conservazione e la scienza della Wildlife Conservation Society, Dr. John G. Robinson, per segnalare questo caso al presidente John Fleming del mio stato natale, la Louisiana. Oggi mi trovo qui a scrivere per continuare il mio impegno e spingere il Congresso a fare la propria parte per la conservazione e la salvezza delle specie più importanti reintroducendo il Multinational Species Conservation Funds.

Riassunto tratto da qui.




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